Le future batterie per smartphone potrebbero arrivare a sostenere oltre 30.000 cicli di carica nel corso della loro vita utile. È questa la notizia che giunge dagli Stati Uniti, dove un gruppo di ricercatori della University of Central Florida ha messo a punto una nuova generazione di supercondensatori ultraflessibili, capaci di reggere un numero di ricariche complete circa venti volte superiore a quello delle attuali batterie al litio.
Com’è noto, l’autonomia è il vero tallone d’achille delle ultime generazioni di smartphone e tablet, dotati di display e componenti sempre più energivori che obbligano gli utenti a ricaricare i propri dispositivi anche più volte al giorno.
Le attuali batterie garantiscono infatti un numero limitato di cicli di carica (circa 1.500) prima di perdere drasticamente la loro capacità d’incamerare energia elettrica. Questa soglia, che nell’uso quotidiano può essere raggiunta in periodi piuttosto brevi (nell’ordine dei 18-20 mesi), riduce pesantemente la longevità dei dispositivi, in particolare quelli dotati di batteria integrata.
I nuovi supercondensatori sviluppati dai ricercatori della University of Central Florida rappresentano, ad oggi, la tecnologia più concreta per la realizzazione di una nuova generazione di batterie di lunga durata. Essi vantano infatti una straordinaria capacità d’immagazzinare energia, resa possibile da un’innovativa classe di materiali bididmensionali dello spessore di due soli atomi, che isolano alla perfezione i milioni di fili elettrici di dimensioni nanometriche che compongono questa nuova classe di condensatori.
La loro eccezionale flessibilità li rende inoltre perfetti per lo sviluppo di dispositivi indossabili, mentre la straordinaria tenuta in termini di potenza ed energia potrebbe garantire, alle future generazioni di smartphone, un’autonomia di diversi giorni a pieno utilizzo.
Tuttavia, nonostante siano già stati prodotti diversi prototipi, questa tecnologia è ancora in fase embrionale e bisognerà attendere alcuni anni prima di vederla debuttare su larga scala.
Supercondensatori ultraflessibili: una vera e propria rivoluzione, non credi?