Con il termine Cybathlon si indicano le prime Olimpiadi bioniche del pianeta, che hanno preso il via a Zurigo l’8 ottobre scorso.
A partecipare sono state 66 squadre composte da sviluppatori di meccanismi di ingegneria avanguardistica e futuristica, così come tecnici ed ovviamente atleti. In realtà, all’interno delle Olimpiadi bioniche gli atleti sono definiti piloti, proprio perché si tratta di uomini capaci di pilotare i dispositivi ideati dalle menti più brillanti dell’ingegneria mondiale.
Protagonisti delle Olimpiadi Bioniche sono indubbiamente i dispositivi, ovvero esoscheletri controllati mediante un’interfaccia gestita dai neuroni, gambe robotiche e braccia bioniche, così come innovative sedie a rotelle: obiettivo primario delle Cybathon è quindi quello di mostrare al mondo quanto la vita degli individui con disabilità possa essere mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie.
Ovviamente, oltre ai livelli di miglioramento apportato nella vita dei disabili, ad essere valutati all’interno delle Olimpiadi bioniche sono anche i costi di produzione.
I vincitori delle Olimpiadi Bioniche
Ad essere utilizzate all’interno delle Olimpiadi di Zurigo tutte le tecnologie vietate nelle paraolimpiadi.
I piloti con paralisi agli arti, ad esempio, si sono sfidati grazie al FES, la stimolazione funzionale elettrica capace di attivare i muscoli degli arti inferiori tanto da renderli in grado di andare in bicicletta: a portarsi a casa il trofeo è stato il team americano di Cleveland con il pilota Mark Muhn.
I possessori di braccia robotiche hanno affrontato sfide molto diverse, da quelle che avevano come obiettivo di affettare il pane o aprire lattine, a quelle che invece vedevano impegnati i piloti nell’appendere gli abiti o sostituire le lampadine: in questa categoria è stato il team Dipo Power di stanza in Olanda con il pilota Robert Radocy.
Fra i piloti con lesioni al midollo spinale hanno avuto la meglio il team ReWalk con il tedesco Andre Van Rushen che ha gareggiato con un nuovo esoscheletro, e il team svizzero HSR Enhanced con il pilota Florian Hauser, alla guida di un’aggiornatissima sedia a rotelle.
I tetraplegici hanno invece affrontato una sfida con avatar: a vincere ancora un team svizzero, quello di Brain Tweakers con il pilota Numa Puujouly.
Cybathlon, quando la gara serve ad affrontare le sfide
“Perché l’obiettivo qui non è saltare più in alto, correre più veloce, ma è quello di affrontare le sfide di ogni giorno con l’aiuto delle ultime e più sofisticate tecnologie. Riconoscere un problema, sviluppare un’idea e risolverla”, osserva Lino Guzzella, Presidente dell’università ETH Zurich. Essa è stata promotrice della competizione come una via di promozione dell’innovazione stessa, entrando direttamente nelle singole vite delle persone: migliorandone la qualità.