Ci hanno fatto sognare, ci hanno fatto superare gli esami perché mamma e papà ce li regalassero, ci hanno anche fatto sentire un po’ più importanti. Ma soprattutto ci hanno fatto parlare, ovunque fossimo. I telefoni cellulari, prima dell’avvento degli smartphone, hanno letteralmente cambiato la nostra vita, e chissà come spiegheremo ai nostri figli che c’è stato un tempo in cui per telefonare da fuori casa ci voleva una cabina.
Ripercorriamo brevemente, allora, una rassegna dei telefoni cellulari che hanno fatto la storia della comunicazione, a partire da lui, il preistorico Motorola DynaTAC 8000X: è il 1983, pesa un chilo ed è solo roba da ricchi. Bisogna aspettare il 1992 per trovare il primo modello che conosca una diffusione di massa: con il Nokia 1011 ci si comincia a consumare i polpastrelli inviando SMS.
Se con IBM Simon i professionisti e gli imprenditori potevano sfoggiare una sorta di smartphone ante litteram, è con l’iconico Motorola StarTAC che, nel 1997, il cellulare comincia anche in Italia ad essere considerato una sorta di status symbol: se non ce l’hai, sei fuori.
Alzi la mano chi non ricorda l’apertura a scatto in stile “Matrix” del Nokia 7110 (anno 1999): sono i tempi della tecnologia WAP, ma navigare in internet col telefonino non è esattamente un’esperienza rilassante. Nello stesso anno, le tasche dei jeans ringraziano il Nokia 3210, primo modello con antenna integrata: 160 milioni di esemplari venduti.
Piccolo è meglio, con il Siemens C 25, ma è ancora Nokia a sfornare cellulari semplici ma resistenti: metà dei vostri amici aveva il modello 3310 o il 3330. Il NEC e606 proponeva un innovativo sistema per videochiamate: troppo lento e troppo pesante.
Motorola RAZR? Splendido. Nokia N95? Vendutissimo. Ma è il 2007: Steve Jobs sta per combinarne un’altra delle sue…
Ti sei emozionato con questi ricordi?
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