Ciò su cui spesso non si riflette è la cyber security, ovvero, la sicurezza dei dati che vengono messi in rete utilizzando i dispositivi informatici. Come proteggersi da eventuali bug e minacce è una delle domande più frequenti da parte degli sviluppatori e alla quale dare una risposta semplice anche per i diversi utenti.
Nell’epoca dell‘Internet delle cose (o Internet of Things, abbreviato con la sigla IoT), i prodotti sviluppati chiedono non soltanto hardware, ma anche software funzionali. Stando a quanto affermato da Raimund Genes, noto ricercatore del campo, una moderna automobile, in grado di segnalare al guidatore l’avvicinarsi di altri veicoli e il pericolo di urtare un altro mezzo durante un parcheggio, mostra un codice software di oltre 100 milioni di righe. Un numero simile diventa ancor più notevole se paragonato al numero di informazioni/righe che servono ad un aereo Boeing 787 (“solo” 14 milioni) o all’intera suite di Microsoft Office (45 milioni).
Ma andiamo al sodo. Secondo il Global Privacy Enforcement Network (GPEN), coalizione delle Autorità per la protezione dei dati personali di cui fa parte anche il Garante italiano, su oltre trecento dispositivi elettronici connessi a Internet – come orologi e braccialetti intelligenti, contatori elettronici e termostati di ultima generazione oltre la metà (il 60%) non ha superato l’esame di affidabilità. L’indagine ha svelato diverse interessanti carenze circa la tutela della privacy dei consumatori:
- il 59% degli apparecchi non offre informazioni adeguate su come i dati personali degli interessati sono raccolti, utilizzati e comunicati a terzi;
- il 68% non fornisce appropriate informazioni sulle modalità di conservazione dei dati;
- il 72% non spiega agli utenti come cancellare i dati dal dispositivo;
- il 38% non garantisce semplici modalità di contatto ai clienti che desiderano chiarimenti in merito al rispetto della propria privacy.
A che servono dati tanto tecnici? A sensibilizzare non solo gli utilizzatori di questi dispositivi, ma anche gli sviluppatori. Bug ed errori sono frequenti con questo gran numero di informazioni da elaborare e, pertanto, la prudenza non è mai troppa: verificare le informazioni da condividere e selezionare solo quelle necessarie è un buon modo per evitare che vengano divulgati dati sensibili o pericolosi.